“E se ti dicessi che questa storia è vera?” Un cane randagio salva una ragazza da un’aggressione: storia vera da Mosca
- Cristina De Santis
- 12 giu
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 18 giu
Una ragazza di 15 anni viene seguita da un uomo in pieno inverno. Un cane randagio interviene e la protegge. Un salvataggio reale e commovente che ha fatto il giro del web.
✍️ Testimonianza giurata – Dicembre 2017
Ci sono storie che ti restano dentro, anche se non le hai vissute in prima persona. Storie che sembrano uscite da un film, ma che sono reali. Quella che sto per raccontarti l’ho scoperta qualche anno fa, leggendo un vecchio articolo online. Non ho mai smesso di pensarci.
Perché a volte, a salvarci, non è una persona. È un istinto. È uno sguardo. È un cane randagio, sporco e ferito, comparso nel momento esatto in cui serviva. Questa è la storia vera di Anna, una ragazza di 15 anni di Mosca, che oggi dice: “Se sono ancora qui, è grazie a lui.”
Aveva appena finito le lezioni e stava tornando a casa come ogni giorno, camminando nella neve di dicembre. Era tardo pomeriggio, ma già buio. La città era silenziosa e ghiacciata, e tra i palazzi deserti sembrava di essere soli al mondo.
Mentre si avvicinava a una scorciatoia, Anna notò un uomo appoggiato al muro. Non lo conosceva, ma il suo sguardo la inquietò. Il volto nascosto da una sciarpa, lo sguardo fisso su di lei.
Appena lo superò, sentì i suoi passi alle spalle. Lui la stava seguendo. Accelerò. Anche lui lo fece. Il cuore le batteva fortissimo. Ma poi…un ringhio.
Un cane. Comparso dal nulla.
Era un randagio. Grande, sporco, con una zampa ferita. Ma con uno sguardo lucido, forte, come se avesse capito tutto.
Si mise tra lei e l’uomo. E cominciò a ringhiare. Poi ad abbaiare. Sempre più forte. Sempre più vicino .Ogni volta che l’uomo provava ad avvicinarsi, lui si lanciava in avanti. Finché l’uomo scappò. Senza voltarsi.
Anna era paralizzata, non dal freddo, ma dalla paura. Il cane, invece, si avvicinò piano. Le si sedette accanto. Calmo. Presente. Leale.
Lei lo chiamò Moroz, che in russo vuol dire “gelo”.
Da quel giorno, Moroz è diventato il suo compagno di vita. Nessuno lo reclamò. Non aveva collare. Nessun chip. Ma ogni mattina la aspettava davanti alla scuola, e ogni pomeriggio la riaccompagnava a casa. Lo curarono, gli diedero un letto, del cibo, una casa. Ma la verità è che era lui ad aver dato a lei qualcosa di molto più grande: la sicurezza.
Pochi giorni dopo, la polizia arrestò un uomo per molestie a una studentessa in un altro quartiere. Era lo stesso uomo. Se Moroz non fosse intervenuto… forse oggi non avremmo questa storia.
Sono passati sei anni. Moroz ora cammina piano, il muso è bianco, ma i suoi occhi sono ancora gli stessi: fieri, profondi, pieni di amore.
Anna dice che quella sera, la vita le ha parlato. E l’ha fatto con un cane randagio, sporco, zoppicante… ma più forte di qualunque parola.
E noi, su Storie Giurate, possiamo solo custodire il racconto.
La Custode delle Storie Giurate

Hai vissuto anche tu una storia che sembra incredibile ma è vera?A volte basta un dettaglio, un sogno, un momento… per lasciare il segno.Inviacela. Le storie vere meritano di essere raccontate.
📩 Storie Giurate – Dove la realtà emoziona più della fantasia.
Email: redazione@storiegiurate.it
Instagram: https://www.instagram.com/redazione9405/
Blog: www.storiegiurate.it








Commenti